Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Ritoru Foresuto’

Nell’ultimo periodo sto guardando molte serie TV asiatiche, soprattutto giapponesi e sudcoreane (Il Vigilante, Il Club di Sumo, Grind, Snowdrop, Han River Police, Women in Taipei, solo per citarne alcune viste quest’anno).
Questo è normale perché, ogni volta che posso, leggo fumetti, inclusi quelli giapponesi (manga). Quello di cui vi parlo ora è un mix: il film protagonista è sudcoreano ed è la trasposizione del manga Little Forest (リトル・フォレスト, Ritoru Foresuto) di Daisuke Igarashi, finalista nella categoria Grand Prize al Tezuka Osamu Cultural Prize del 2005, pubblicato da dicembre 2002 a luglio 2005 sulla rivista mensile Monthly Afternoon.

Little Forest ha avuto anche una trasposizione cinematografica giapponese nel 2014, ma oggi vi parlo della trasposizione sudcoreana del 2018, diretta da Yim Soon-rye con Kim Tae-ri, Ryu Jun-yeol, Jin Ki-joo e Moon So-ri.
Questa versione è uscita al cinema nel luglio 2020, cosa non usuale per il mercato cinematografico italiano.

Il film ha come protagonista Song Hye-won (Kim Tae-ri), che di punto in bianco lascia la vita frenetica di Seul (Sud Corea) per tornare nel paesino d’origine, un villaggio rurale agricolo. Il film parla di questo suo anno e delle relazioni che ha con gli abitanti della zona, soprattutto i suoi due amici Lee Jae-ha (Ryu Jun-yeol) e Joo Eun-sook (Jin Ki-joo), e del rapporto con la madre (Moon So-ri). Quest’ultima appare soprattutto in flashback quando Lee Jae-ha è piccola. La pellicola si concentra sulla relazione della ragazza con il cibo, quasi vicina all’ossessione, visto che in quasi tutte le scene compare; la natura e la comunità, sottolineando il ritmo delle stagioni.

Joo Eun-sook (Jin Ki-joo) – Song Hye-won (Kim Tae-ri) – Lee Jae-ha (Ryu Jun-yeol)

La fuga che compie la protagonista, di nascosto, dalla metropoli verso il villaggio nativo non viene vista come un fallimento nel non essere riuscita a superare i test o nel non essere riuscita ad avere un lavoro di prestigio, ma viene vista come un tentativo di ritornare a ritmi più umani e meno frenetici rispetto alle metropoli, dove la città ti prende, ti risucchia e ti lascia sola. Infatti, il film è diviso in due atti e come intermezzo si ha lei che ritorna a Seoul, ma non è felice come quando era a casa.

Il ritmo del film non è mai accelerato, anzi è l’opposto: calmo e tranquillo, il che ti rilassa mentre lo guardi, grazie alla fotografia e alla scelta dei paesaggi, che, secondo IMDb, dovrebbero essere quelli della regione del North Gyeongsang.
Ha la capacità di metterti in pace con te stesso, la stessa sensazione che provavo guardando gli episodi dell’anime Aria.

Alla prossima sperando di scrivere meglio

Read Full Post »